Amici e parenti sono, da sempre, le prime persone a cui chiediamo consiglio prima di effettuare un acquisto. Ci conoscono e ci fidiamo delle loro opinioni, quindi è naturale che siano un fattore di condizionamento molto importante per le nostre scelte.

Per questo il passaparola viene considerato la forma di pubblicità più efficace in assoluto. Negli ultimi anni, però, con l’ascesa del web e dei social media, le conversazioni che prima si svolgevano solo offline si sono spostate progressivamente online.

In questo mondo sempre più digitale, ha ancora senso per le aziende affidarsi passaparola? E, soprattutto, bisogna aspettare che accada spontaneamente o è possibile governarlo?

In questo articolo parliamo di come è cambiato il passaparola, del suo legame con l’influencer marketing e dei vantaggi che si possono ottenere da un approccio strategico.

 

Cos’è il WOM (Word of Mouth)?

“Un marchio non è più quello che l’azienda racconta ai consumatori, ma quello che dicono i consumatori sul marchio”
(Scott Cook, CEO di Intuit)

Con Word of Mouth (WOM), letteralmente traducibile con passaparola, ci si riferisce al consiglio disinteressato in merito a prodotti o servizi. Si tratta di uno scambio informale di opinioni tra consumatori, che, dopo aver provato un certo prodotto o servizio, lo consigliano (o sconsigliano) alla propria rete di contatti.

Rispetto ai canali di marketing tradizionali (stampa, televisione, radio, ecc.), il passaparola viene percepito come più affidabile e attendibile, perché viene gestito dai consumatori stessi (non dalle aziende) e le informazioni veicolate risultano più sincere.

Da quando le aziende hanno compreso la forza di questo strumento, il word of mouth è entrato a far parte delle strategie di marketing di molti brand, che mettono in campo diverse azioni per attivare il passaparola incoraggiando il pubblico a parlare dei loro prodotti o servizi.

La risposta alle domande che ci siamo posti prima, dunque, è sì.

Sì, ha senso affidarsi al passaparola e sì, è possibile governarlo senza lasciarlo al caso, tanto che si è arrivati a parlare di word of mouth marketing: “uno sforzo compiuto da un’organizzazione per influenzare il modo in cui i consumatori creano e/o distribuiscono le informazioni rilevanti dal punto di vista del marketing ad altri consumatori” (Word of Mouth Marketing Association).

E chi può influenzare il comportamento dei consumatori meglio di un influencer?

influencer passaparola

 

Influencer marketing: l’evoluzione del passaparola online

Come abbiamo detto, il progresso tecnologico e i social media non hanno oscurato il passaparola. Il concetto di WOM è rimasto invariato, ciò che è cambiato è il modo in cui le persone condividono le informazioni. Se un tempo si chiedevano consigli di persona o al telefono, ora è normale confrontarsi sui social, che non sono altro che un nuovo canale per condividere esperienze e opinioni su brand e prodotti.

I mezzi di comunicazione digitale amplificano la portata dei messaggi che, se prima erano limitati a un raggio relativamente ristretto, oggi si diffondono sul web senza confini. È evidente che questa è una grande opportunità per le aziende, perché, con una strategia alle spalle, possono trarne grandi benefici.

Grazie all’influencer marketing i brand possono smettere di sperare che le persone parlino di loro e generare attivamente il passaparola, passando dal marketing della speranza a un marketing strategico. Come? Instaurando collaborazioni con influencer in linea con i valori del brand, che condividano contenuti legati a prodotti e servizi con la propria audience.

La chiave, dunque, è scegliere l’influencer giusto, perché solo così sarà possibile innescare un passaparola virtuoso tra persone realmente interessate ai tuoi prodotti o servizi. Se ti stai chiedendo come fare, qui trovi qualche indicazione utile: Come scegliere l’influencer giusto per il tuo brand

passaparola micro influencer

 

Passaparola e micro-influencer

Uno dei vantaggi del lavorare con i micro-influencer è che hanno un pubblico molto specifico. Parlano a nicchie ben definite, popolate da persone con interessi chiari delle quali hanno saputo conquistare la fiducia nel tempo. Per queste persone gli influencer sono una guida, l’equivalente digitale dell’amico fidato a cui chiedere consiglio.

Se identifichi l’influencer giusto con cui lavorare, potrai comunicare anche con quelle persone, che percepiranno i tuoi messaggi non come “aziendali”, ma come personali dell’influencer. E questo senso di familiarità è una leva di marketing potentissima, perché permette di influenzare il comportamento di acquisto dei consumatori in modo molto più autentico e genuino rispetto alla pubblicità tradizionale. L’importante, non smetteremo mai di ripeterlo, è scegliere la persona giusta.

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